lunedì 10 ottobre 2011

Coordinamento intercomunale delle politiche di mobilità

Una volta, una nota canzone recitava: "Milan l'é on gran Milan".
Solo oggi ci rendiamo effettivamente conto di quanto fossero vere e premonitrici quelle parole e del significato che si può, ora, attribuir loro.
La città di Milano si estende su una superficie di 183 Kmq ed é circondata da una "cintura" di Comuni (Hinterland) che le fanno da corona.
Milano non può più espandersi nel proprio territorio e solo negli ultimi anni ha potuto ancora farlo grazie alla dismissione delle vecchie industrie pesanti che la "assediavano", sin da quando tutt'intorno c'era solo campagna,  e alla successiva riqualificazione territoriale.
Data la limitata edificabilità del centro, negli ultimi trent'anni Milano é cosí cresciuta nell'Hinterland, che é, a tutti gli effetti, la città stessa senza soluzione di continuità.
Purtroppo, se la popolazione dell'Hinterland é aumentata esponenzialmente, lo stesso non si puó dire per le infrastrutture e le vie di comunicazione dedicate al trasporto pubblico locale tra il centro e le periferie.
C'é bisogno di una politica sulla mobilità omogenea e coerente su tutto il territorio della Grande Città Metropolitana, che persegua obiettivi comuni, quali:
 - incremento della qualità del servizio reso;
 - diminuzione dei veicoli privati circolanti;
 - miglioramento della Salute Pubblica;
 - spostamento dei consumi dei cittadini dalle spese per il tragitto casa-lavoro, ai beni materiali che permettano un innalzamento della qualità della vita;
 - riduzione dei tempi di percorrenza per chi usa il trasporto pubblico;
 - incentivazione delle produzioni locali (kilometrozero);
 - organizzazione di eventi comuni;
 - incentivazione del telelavoro.

Insomma, il coordinamento servirebbe a gestire davvero efficacemente, quello che ora é malamente "gestito" dalla Provincia (che presto, si spera, dovrà scomparire).

5 commenti:

  1. Proposta per lavoro a km zero.
    Istituire un indice cihilometrico aziendale, composto dal rapporto tra la somma dei dipendenti e quella dei km percorsi (in linea d'aria) tra la residenza e la sede di lavoro; poi si possono applicare sgravi fiscali in proporzione all'indice calcolato.
    I dettagli da considerare sono chiaramente tanti, in primis assicurarsi che le dichiarazioni circa le distanze coperte dai dipendenti siano effettive; per questo si dovrebbero sfruttare i dati già disponibili in vari database di provincia, regione, comune, p.r.a. ecc...
    Poi si potrebbero considerare solo i dipendenti con un contratto NON precario (solo tempo indeterminato?), favorendo quindi le aziende che assumono effettivamente, a quel punto il costo dell'assunzione verrebbe ripagato dallo sgravio fiscale.
    Chi è assunto e opera via telelavoro pesa zero: meno pendolari in giro.
    Si può dare un peso, anche se è più difficile da controllare, anche alla modalità con la quale vengono coperti i km: per esempio 5 km in automobile pesano 5, in treno 2.5, in bici 1.
    Se un'azienda che occupa 30 persone a tempo indeterminato riesce a reperirle nel raggio medio di 10 km, avrà un indice di 3, che potrebbe corrispondere a uno sconto del 30% sulle tasse pagate sulle buste paga.

    Sicuramente mi saranno sfuggiti molti altri dettagli. Ma si tratta di una bozza di idea che spero possa portare a qualche iniziativa.

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  2. Quindi, per ridurre il traffico da lavoratori (e l'inquinamento), tu consideri la possibilità di agevolare fiscalmente le aziende che muovono i dipendenti (assunti stabilmente) il meno possibile:
    - assumono tanto più nelle vicinanze della sede di lavoro;
    - svolgono telelavoro (indice 0).
    Inoltre, l'agevolazione é tanto maggiore, quanto minore é l'impatto ambientale del mezzo usato per recarsi al lavoro (auto privata, mezzi pubblici, bicicletta, piedi, ecc.) ed é tanto maggiore, quanto più piccola é l'azienda (infatti, secondo il tuo esempio un'azienda da 30 dipendenti a distanza media di 10Km, riceve indice 3, mentre una da 3 dipendenti a distanza media di 10Km, riceve indice 0,3).

    Se volessi attribuire una agevolazione indipendente dalla dimensione dell'azienda, potresti considerare solo le distanze medie:
    1Km → indice 0
    10Km → indice 1
    20Km → indice 2

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  3. Faccio presente la possibilità di agevolare direttamente i lavoratori relativamente al mezzo di trasporto usato nella proposta di Sergio (sirscon).
    Questo, magari, rimborsando parte dell'abbonamento ai mezzi usati (la bici é un po'difficile da verificare) in "buoni spesa" (così l'esborso é minore per l'amministrazione e si incentiva anche la domanda interna).

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  4. Hai ragione Alex, ho inserito un bel errore matematico, chiaramente la divisione diendenti fratto km deve essere fatta tra le due somme e non tra somma e media.
    Mettiamo che ogni lavoratore faccia 2 km:
    30 dipendenti diviso 60 km TOTALI -> indice 0,5
    1000 dipendenti diviso 2000 km -> indice 0,5

    L'idea di agire invece su chi assume piuttosto che sui privati comporta una volontà di cercare lavoratori in zona e un uso meno indiscriminato del body rental; credo che ai lavoratori già interessi molto trovare un'occupazione vicino casa, mentre alle aziende, oggi, non interessa nulla, anche se ne avrebbero oggettivi vantaggi.

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  5. In linea generale dovrebbe esserci una connessione diretta tra città dell'hinterland e Milano. L'impostazione dovrebbe essere:
    _ linea collegamento diretto con Mi. L'ideale sarebbe la metro (prolungamenti o nuove linee es M5) ma non sempre è possibile per problemi finanziari e/o di impatto ambientale. Anche con mezzi non inquinanti di superficie è possibile un collegamento veloce -> poche fermate (es 1 per ogni città), provviste di parcheggio (in modo da accogliere l'afflusso della città) e che terminino in una stazione metro. Il tempo tra un treno/metrotranvia dovrebbe essere = a quello che c'è in metro (se la gente aspetta poco non ha problemi a prendere i mezzi).
    _linea collegamento tra i comuni dell'hinterland -> più fermate e percorsi di copertura maggiore.

    In questo modo il tempo per raggiungere milano è minore rispetto alla macchina.

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