Una volta, una nota canzone recitava: "Milan l'é on gran Milan".
Solo oggi ci rendiamo effettivamente conto di quanto fossero vere e premonitrici quelle parole e del significato che si può, ora, attribuir loro.
La città di Milano si estende su una superficie di 183 Kmq ed é circondata da una "cintura" di Comuni (Hinterland) che le fanno da corona.
Milano non può più espandersi nel proprio territorio e solo negli ultimi anni ha potuto ancora farlo grazie alla dismissione delle vecchie industrie pesanti che la "assediavano", sin da quando tutt'intorno c'era solo campagna, e alla successiva riqualificazione territoriale.
Data la limitata edificabilità del centro, negli ultimi trent'anni Milano é cosí cresciuta nell'Hinterland, che é, a tutti gli effetti, la città stessa senza soluzione di continuità.
Purtroppo, se la popolazione dell'Hinterland é aumentata esponenzialmente, lo stesso non si puó dire per le infrastrutture e le vie di comunicazione dedicate al trasporto pubblico locale tra il centro e le periferie.
C'é bisogno di una politica sulla mobilità omogenea e coerente su tutto il territorio della Grande Città Metropolitana, che persegua obiettivi comuni, quali:
- incremento della qualità del servizio reso;
- diminuzione dei veicoli privati circolanti;
- miglioramento della Salute Pubblica;
- spostamento dei consumi dei cittadini dalle spese per il tragitto casa-lavoro, ai beni materiali che permettano un innalzamento della qualità della vita;
- riduzione dei tempi di percorrenza per chi usa il trasporto pubblico;
- incentivazione delle produzioni locali (kilometrozero);
- organizzazione di eventi comuni;
- incentivazione del telelavoro.
Insomma, il coordinamento servirebbe a gestire davvero efficacemente, quello che ora é malamente "gestito" dalla Provincia (che presto, si spera, dovrà scomparire).
Solo oggi ci rendiamo effettivamente conto di quanto fossero vere e premonitrici quelle parole e del significato che si può, ora, attribuir loro.
La città di Milano si estende su una superficie di 183 Kmq ed é circondata da una "cintura" di Comuni (Hinterland) che le fanno da corona.
Milano non può più espandersi nel proprio territorio e solo negli ultimi anni ha potuto ancora farlo grazie alla dismissione delle vecchie industrie pesanti che la "assediavano", sin da quando tutt'intorno c'era solo campagna, e alla successiva riqualificazione territoriale.
Data la limitata edificabilità del centro, negli ultimi trent'anni Milano é cosí cresciuta nell'Hinterland, che é, a tutti gli effetti, la città stessa senza soluzione di continuità.
Purtroppo, se la popolazione dell'Hinterland é aumentata esponenzialmente, lo stesso non si puó dire per le infrastrutture e le vie di comunicazione dedicate al trasporto pubblico locale tra il centro e le periferie.
C'é bisogno di una politica sulla mobilità omogenea e coerente su tutto il territorio della Grande Città Metropolitana, che persegua obiettivi comuni, quali:
- incremento della qualità del servizio reso;
- diminuzione dei veicoli privati circolanti;
- miglioramento della Salute Pubblica;
- spostamento dei consumi dei cittadini dalle spese per il tragitto casa-lavoro, ai beni materiali che permettano un innalzamento della qualità della vita;
- riduzione dei tempi di percorrenza per chi usa il trasporto pubblico;
- incentivazione delle produzioni locali (kilometrozero);
- organizzazione di eventi comuni;
- incentivazione del telelavoro.
Insomma, il coordinamento servirebbe a gestire davvero efficacemente, quello che ora é malamente "gestito" dalla Provincia (che presto, si spera, dovrà scomparire).
Proposta per lavoro a km zero.
RispondiEliminaIstituire un indice cihilometrico aziendale, composto dal rapporto tra la somma dei dipendenti e quella dei km percorsi (in linea d'aria) tra la residenza e la sede di lavoro; poi si possono applicare sgravi fiscali in proporzione all'indice calcolato.
I dettagli da considerare sono chiaramente tanti, in primis assicurarsi che le dichiarazioni circa le distanze coperte dai dipendenti siano effettive; per questo si dovrebbero sfruttare i dati già disponibili in vari database di provincia, regione, comune, p.r.a. ecc...
Poi si potrebbero considerare solo i dipendenti con un contratto NON precario (solo tempo indeterminato?), favorendo quindi le aziende che assumono effettivamente, a quel punto il costo dell'assunzione verrebbe ripagato dallo sgravio fiscale.
Chi è assunto e opera via telelavoro pesa zero: meno pendolari in giro.
Si può dare un peso, anche se è più difficile da controllare, anche alla modalità con la quale vengono coperti i km: per esempio 5 km in automobile pesano 5, in treno 2.5, in bici 1.
Se un'azienda che occupa 30 persone a tempo indeterminato riesce a reperirle nel raggio medio di 10 km, avrà un indice di 3, che potrebbe corrispondere a uno sconto del 30% sulle tasse pagate sulle buste paga.
Sicuramente mi saranno sfuggiti molti altri dettagli. Ma si tratta di una bozza di idea che spero possa portare a qualche iniziativa.
Quindi, per ridurre il traffico da lavoratori (e l'inquinamento), tu consideri la possibilità di agevolare fiscalmente le aziende che muovono i dipendenti (assunti stabilmente) il meno possibile:
RispondiElimina- assumono tanto più nelle vicinanze della sede di lavoro;
- svolgono telelavoro (indice 0).
Inoltre, l'agevolazione é tanto maggiore, quanto minore é l'impatto ambientale del mezzo usato per recarsi al lavoro (auto privata, mezzi pubblici, bicicletta, piedi, ecc.) ed é tanto maggiore, quanto più piccola é l'azienda (infatti, secondo il tuo esempio un'azienda da 30 dipendenti a distanza media di 10Km, riceve indice 3, mentre una da 3 dipendenti a distanza media di 10Km, riceve indice 0,3).
Se volessi attribuire una agevolazione indipendente dalla dimensione dell'azienda, potresti considerare solo le distanze medie:
1Km → indice 0
10Km → indice 1
20Km → indice 2
…
Faccio presente la possibilità di agevolare direttamente i lavoratori relativamente al mezzo di trasporto usato nella proposta di Sergio (sirscon).
RispondiEliminaQuesto, magari, rimborsando parte dell'abbonamento ai mezzi usati (la bici é un po'difficile da verificare) in "buoni spesa" (così l'esborso é minore per l'amministrazione e si incentiva anche la domanda interna).
Hai ragione Alex, ho inserito un bel errore matematico, chiaramente la divisione diendenti fratto km deve essere fatta tra le due somme e non tra somma e media.
RispondiEliminaMettiamo che ogni lavoratore faccia 2 km:
30 dipendenti diviso 60 km TOTALI -> indice 0,5
1000 dipendenti diviso 2000 km -> indice 0,5
L'idea di agire invece su chi assume piuttosto che sui privati comporta una volontà di cercare lavoratori in zona e un uso meno indiscriminato del body rental; credo che ai lavoratori già interessi molto trovare un'occupazione vicino casa, mentre alle aziende, oggi, non interessa nulla, anche se ne avrebbero oggettivi vantaggi.
In linea generale dovrebbe esserci una connessione diretta tra città dell'hinterland e Milano. L'impostazione dovrebbe essere:
RispondiElimina_ linea collegamento diretto con Mi. L'ideale sarebbe la metro (prolungamenti o nuove linee es M5) ma non sempre è possibile per problemi finanziari e/o di impatto ambientale. Anche con mezzi non inquinanti di superficie è possibile un collegamento veloce -> poche fermate (es 1 per ogni città), provviste di parcheggio (in modo da accogliere l'afflusso della città) e che terminino in una stazione metro. Il tempo tra un treno/metrotranvia dovrebbe essere = a quello che c'è in metro (se la gente aspetta poco non ha problemi a prendere i mezzi).
_linea collegamento tra i comuni dell'hinterland -> più fermate e percorsi di copertura maggiore.
In questo modo il tempo per raggiungere milano è minore rispetto alla macchina.